La Conferenza
Science for Peace and Health nasce nel 2009 su iniziativa di Umberto Veronesi in collaborazione con l’Università Bocconi. Sostenuto da personalità internazionali del mondo della scienza e della cultura, ha l’obiettivo di indagare e proporre soluzioni concrete ai principali problemi dell’umanità con l’aiuto del metodo scientifico. L’evento riunisce ogni anno esperti di fama mondiale provenienti da ambiti diversi con un’attenzione particolare all’ambito della ricerca scientifica e della salute.
La conferenza si pone i seguenti obiettivi:
- Diffondere una cultura di pace soprattutto tra i giovani a partire dalle scuole e dalle Università.
- Favorire maggiori investimenti in ricerca scientifica per promuovere progetti di pace e di utilità sociale.
La Carta di Science for Peace
La Carta di Science for Peace è un documento redatto nel 2010 da un team di sociologi, filosofi e genetisti, e sottoscritta da 6 Premi Nobel, con l’obiettivo di sfatare i miti sull’ineluttabilità della guerra nel destino dell’uomo, e pertanto mostrare la debolezza delle teorie circa la presunta necessità biologica ed evolutiva dell’aggressività come attitudine umana profonda.
La Carta di Science for Peace aggiorna i contenuti della Carta di Siviglia emanata dall’Unesco nel 1986.
Nel 2010 la Carta di Science for Peace è stata adattata per il mondo della scuola come strumento educativo per diffondere tra i giovani e i giovanissimi una cultura di dialogo e di non violenza.
Nel 2011 il filosofo della scienza Telmo Pievani ha elaborato 8 percorsi didattici multidisciplinari per diffondere una cultura di non violenza nelle scuole secondarie di secondo grado.
Nel 2013, le pedagogiste e ricercatrici Monica Guerra e Franca Zuccoli dell’Università Bicocca di Milano hanno adattato le 10 dichiarazioni della Carta per gli studenti delle scuole primarie, lavorando con l’illustratrice Allegra Agliardi.
La guerra non è una necessità evolutiva: la biologia non ci condanna a guerra e violenza, ma pone le nostre menti di fronte a una gamma di scelte differenti;
La guerra non è un destino predeterminato geneticamente, perché la cultura umana ci fornisce la capacità di plasmare e cambiare la nostra natura;
L’evoluzione di comportamenti sociali complessi è stata determinata da un intreccio di competizione e cooperazione, aggressività e altruismo;
La guerra non è cablata nel nostro cervello, che può essere utilizzato per la pace e per la solidarietà nello stesso modo in cui può essere impiegato per la violenza;
Esistono influenti precursori naturali nel nostro cervello che ci predispongono a comportamenti pro-sociali così come all’aggressività, ma nessuno dei nostri comportamenti è determinato dalla natura al punto da non poter essere modificato dall’apprendimento e dalla responsabilità individuale;
È possibile concepire liberamente nuovi modi per organizzare le società: la pace è realisticamente una possibilità, oltre che un’urgenza sociale e un imperativo morale per la specie umana;
Abbiamo il dovere di rafforzare tutti quegli strumenti educativi e sociali che possono indirizzare la nostra evoluzione culturale verso la pace;
Abbiamo il dovere di vigilare su tutte le strategie adottate dai leader politici e dai mass media che alimentano emozioni di paura e senso di minaccia da parte di un nemico esterno e che preparano le persone a sostenere una guerra;
Le ambiguità ereditate dalla nostra stessa storia di specie rafforzano quel principio di cautela che suggerisce di non cercare nella natura il fondamento di comportamenti che si presumono essere “normali” o necessari;
Se nulla nei nostri geni e nella nostra storia naturale giustifica la violenza istituzionalizzata come inevitabile, allora la guerra è da considerarsi un’invenzione sociale. Come evidenziato nelle conclusioni della Dichiarazione di Siviglia: “La stessa specie che ha inventato la guerra ora può inventare la pace”.
La carta per il Nido d’infanzia
La carta per la Scuola d’infanzia
La carta per la Scuola Primaria
La carta per la Secondaria di I grado
La carta per la Secondaria di II grado